Andrea Tittarelli

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Vivo per leggere oppure leggo per vivere?

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Sfida speciale IGD: TOPPA

Per questa parola ho recuperato un agile libro che avevo da qualche anno sullo scaffale di quelli ancora da leggere: "La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città" è una sorta di manuale scritto una decina di anni fa dalla giornalista Ilaria Sesana, e visto che tra le altre cose si parla ovviamente anche di come riparare una camera d'aria con una toppa...

Senso

“Le voci di Marrakech” di Elias Canetti.
Libro poco catalogabile: può essere un diario di viaggio, una riflessione antropologica, una narrazione di episodi di vita vissuta, a volte apparentemente banali, ma in cui l’autore riesce a inserire chiavi di lettura profondamente poetiche. Ma soprattutto è un’educazione all’ascolto. E a parlare sono le voci della città di Marrakech, dove Canetti ha vissuto per un periodo degli anni ’50: mercanti, allevatori di cammelli o di asini, bambini, donne che cantano dietro una finestra, santoni, mendicanti, cantastorie. Qui lui, ebreo poliglotta, comprende ben poco di ciò che viene detto perché non ha voluto imparare l’arabo, per lasciarsi affascinare, sorprendere, catturare dal suono delle parole, delle grida, delle canzoni, dei lamenti. E la capacità narrativa è tale che leggendo anche noi riusciamo a udire le voci di Marrakech.

“Io sogno un uomo che disimpari a tal punto le lingue della terra da non comprendere più, in nessun paese, ciò che dice la gente.”
“Non volevo perdere nulla della forza di quelle strane grida. Volevo essere colpito da quei suoni per ciò che essi erano,e non volevo che nulla fosse attenuato da cognizioni inadeguate e artificiose.”

https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:338315

Commenti alla missione 5: Un libro che abbia in copertina un dipinto famoso

“Le voci di Marrakech” di Elias Canetti.
Libro poco catalogabile: può essere un diario di viaggio, una riflessione antropologica, una narrazione di episodi di vita vissuta, a volte apparentemente banali, ma in cui l’autore riesce a inserire chiavi di lettura profondamente poetiche. Ma soprattutto è un’educazione all’ascolto. E a parlare sono le voci della città di Marrakech, dove Canetti ha vissuto per un periodo degli anni ’50: mercanti, allevatori di cammelli o di asini, bambini, donne che cantano dietro una finestra, santoni, mendicanti, cantastorie. Qui lui, ebreo poliglotta, comprende ben poco di ciò che viene detto perché non ha voluto imparare l’arabo, per lasciarsi affascinare, sorprendere, catturare dal suono delle parole, delle grida, delle canzoni, dei lamenti. E la capacità narrativa è tale che leggendo anche noi riusciamo a udire le voci di Marrakech.

“Io sogno un uomo che disimpari a tal punto le lingue della terra da non comprendere più, in nessun paese, ciò che dice la gente.”
“Non volevo perdere nulla della forza di quelle strane grida. Volevo essere colpito da quei suoni per ciò che essi erano,e non volevo che nulla fosse attenuato da cognizioni inadeguate e artificiose.”

https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:338315

Missione n° 5: un libro che abbia in copertina un dipinto famoso + Sfida speciale IGD: SENSO

Alcuni giorni fa avevo letto un libro che avevo individuato come adatto per la missione che richiede la presenza di un dipinto famoso in copertina: si tratta di "Le voci di Marrakech" di Elias Canetti, che ha in copertina un quadro di Matisse, ovvero "Tangeri, la porta della Kasbah".
Sperando di non fare un'azzardata arrampicata sui vetri, ho poi pensato di considerarlo anche per la parola SENSO, visto che è basato soprattutto sull'ascolto delle varie voci di quella città del Marocco, e quindi il senso dell'udito è decisamente chiamato in causa.
Con questo libro raggiungo quota 32.

Diplomatico

“Le finestre di fronte” di Georges Simenon.
Questo romanzo dello scrittore belga non ha per protagonista il famoso commissario Maigret, bensì Adil bey, console turco appena arrivato a Batum, città della Georgia sul Mar Nero, e accolto (se così si può dire) dai suoi omologhi italiano e persiano. Si viene lentamente e implacabilmente avviluppati da un’atmosfera cupa, misteriosa e minacciosa, tipica di un luogo che negli anni ‘30 del secolo scorso apparteneva alla periferia dell’impero sovietico, o meglio staliniano, in cui dominano il sospetto, il controllo e la delazione; dove si deve diffidare di chiunque. Ma all’interno di questo clima opprimente trova addirittura spazio una storia d’amore, per quanto atipica, poco romantica e sostanzialmente impossibile. Di più credo non si possa dire, per non guastare ad altri lettori il piacere della scoperta di questo Simenon “alternativo”.

“Come aveva potuto non comprendere fin dal primo giorno che ciascuno, lì, viveva recluso nella propria prigione?”

https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:250453

Commenti alla missione 38: Un libro pubblicato tra il 1930 e il 1940

“Le finestre di fronte” di Georges Simenon.
Questo romanzo dello scrittore belga non ha per protagonista il famoso commissario Maigret, bensì Adil bey, console turco appena arrivato a Batum, città della Georgia sul Mar Nero, e accolto (se così si può dire) dai suoi omologhi italiano e persiano. Si viene lentamente e implacabilmente avviluppati da un’atmosfera cupa, misteriosa e minacciosa, tipica di un luogo che negli anni ‘30 del secolo scorso apparteneva alla periferia dell’impero sovietico, o meglio staliniano, in cui dominano il sospetto, il controllo e la delazione; dove si deve diffidare di chiunque. Ma all’interno di questo clima opprimente trova addirittura spazio una storia d’amore, per quanto atipica, poco romantica e sostanzialmente impossibile. Di più credo non si possa dire, per non guastare ad altri lettori il piacere della scoperta di questo Simenon “alternativo”.

“Come aveva potuto non comprendere fin dal primo giorno che ciascuno, lì, viveva recluso nella propria prigione?”

https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:250453

Foglia

“Il buio oltre la siepe (To kill a mockingbird)” di Harper Lee.
Un noto classico che ho letto direttamente in lingua originale, quindi – pur essendo scritto in un inglese non particolarmente complicato – ho impiegato un mese ad arrivare in fondo alle sue poco più di 300 pagine. Ma è stato un mese ben speso, in compagnia della famiglia Finch e dei personaggi che popolano Maycomb, la cittadina dell’Alabama in cui è ambientata la storia. La questione razziale negli Stati Uniti degli anni ’30 è certo uno dei temi centrali, con la vicenda del processo a Tom Robinson, giovane nero ingiustamente accusato di stupro e difeso dall’avvocato Atticus, il padre dell’io narrante, la piccola Scout. Ma in questo romanzo c’è molto di più: dalle emozioni dell’infanzia - giochi estivi, primi giorni di scuola, curiosità e paura per la casa del “fantasma Radley”, litigi col fratello o col cugino, la prima neve – al controverso rapporto con lo strano mondo degli adulti e degli anziani; dalle relazioni familiari alla questione femminile sottilmente accennata; e una straordinaria dichiarazione d’amore per la lettura (“Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?”). Tutto godibilissimo, in qualche passaggio addirittura divertente, nonostante la drammatica serietà di alcuni argomenti, o qualche lieve e perdonabile sbavatura narrativa.
https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:309812
https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:618717

Commenti alla missione 8: Un libro da cui sia stato tratto un fumetto

“Il buio oltre la siepe (To kill a mockingbird)” di Harper Lee.
Un noto classico che ho letto direttamente in lingua originale, quindi – pur essendo scritto in un inglese non particolarmente complicato – ho impiegato un mese ad arrivare in fondo alle sue poco più di 300 pagine. Ma è stato un mese ben speso, in compagnia della famiglia Finch e dei personaggi che popolano Maycomb, la cittadina dell’Alabama in cui è ambientata la storia. La questione razziale negli Stati Uniti degli anni ’30 è certo uno dei temi centrali, con la vicenda del processo a Tom Robinson, giovane nero ingiustamente accusato di stupro e difeso dall’avvocato Atticus, il padre dell’io narrante, la piccola Scout. Ma in questo romanzo c’è molto di più: dalle emozioni dell’infanzia - giochi estivi, primi giorni di scuola, curiosità e paura per la casa del “fantasma Radley”, litigi col fratello o col cugino, la prima neve – al controverso rapporto con lo strano mondo degli adulti e degli anziani; dalle relazioni familiari alla questione femminile sottilmente accennata; e una straordinaria dichiarazione d’amore per la lettura (“Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?”). Tutto godibilissimo, in qualche passaggio addirittura divertente, nonostante la drammatica serietà di alcuni argomenti, o qualche lieve e perdonabile sbavatura narrativa.
https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:309812
https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:618717

Sfida speciale IGD: FOGLIA

Il titolo italiano del libro che sto per concludere è "Il buio oltre la siepe". E in più, sulla copertina sono raffigurate diverse foglie di un albero. Oltre alla missione a cui l'avevo già assegnato, posso quindi provare a considerarlo anche per una delle parole proposte all'interno di questa sfida speciale, appunto foglia.

Missione n° 8: un libro da cui sia stato tratto un fumetto

"Il buio oltre la siepe", romanzo della scrittrice americana Harper Lee, è un classico che però non avevo mai letto. Me ne fornisce ora in qualche modo l'occasione mia figlia, visto che è stato proposto alla sua classe di liceo dall'insegnante di inglese. Cercherò quindi di leggerlo in lingua originale, con l'ausilio magari della versione in italiano da sbirciare in caso di bisogno. Il titolo è completamente differente: "To kill a mockingbird". Sarebbe quindi stato valido anche per una delle missioni della prima challenge, se non ricordo male. Ma in questo caso, avendo verificato che ne è stato tratto sia un fumetto che una graphic novel, lo considero per la missione 8 di quest'anno, arrivando poi così alla metà del percorso (ma a meno di tre mesi dalla fine), ovvero 30 libri.

Commenti alla missione 34: Un libro con un cappello nel titolo o in copertina

“I nomi epiceni” di Amélie Nothomb.
Recensire un romanzo della scrittrice belga è sempre complicato: non si può raccontare molto della trama per non bruciare le sorprese che si incontrano durante la lettura; che qui arrivano dopo una prima parte che sembra quasi l’ordinaria vicenda di una famiglia borghese. Ci si potrebbe allora soffermare sul titolo; ho infatti dovuto cercare il significato dell’aggettivo epiceni: si riferisce a quei nomi che hanno la stessa forma per i due generi, ovvero non variano tra maschile e femminile; in italiano non mi pare ci siano nomi propri di questo tipo, mentre il francese ne annovera diversi. Ad esempio i due protagonisti, Dominique lei e Claude lui, che hanno un figlia chiamata appunto Épicène. Forse per la concisione e l’essenzialità, caratteristiche peraltro apprezzabili di questa autrice, c’è il rischio che la psicologia dei personaggi resti appena abbozzata. Ma ciò non significa che essi siano banali, anzi alquanto originali.
https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:catalog:594240

Commenti alla missione 37: Un libro con un animale selvatico in copertina

“Cavalli selvaggi” di Cormac McCarthy.
Un altro scrittore da tempo nella mia lista d’attesa. Stavolta l’aspettativa non è andata delusa, se non leggermente: potrei dire che McCarthy si è posizionato sulla soglia della cerchia dei miei narratori preferiti, senza però riuscire ancora ad entrarci a pieno titolo con questo romanzo; va da sé che dovrò leggerne un secondo appena possibile. Sicuramente mi ha conquistato la sua prosa essenziale, senza orpelli, scabra e dura come i paesaggi in cui è ambientata la storia. E soprattutto i dialoghi, in cui i personaggi comunicano il meno possibile, con frasi quasi smozzicate, riuscendo comunque a inchiodare alla pagina. Per questo, forse, la parte in cui ci sono discorsi più lunghi (in particolare quelli della zia di Alejandra, Dueña Alfonsa) è quella che mi ha convinto meno: mi pare che in qualche modo si tradisca il tono del resto del libro. Anche se diversi critici hanno accostato McCarthy a Hemingway, a me ha fatto pensare più a Steinbeck.

“Il cielo era scuro e tirava un vento freddo. Nella luce morente del giorno, un’ombra viola e fredda aveva trasformato gli occhi della cerbiatta in una delle tante cose tra le quali l’animale giaceva. Erba e sangue. Sangue e pietre. Pietre macchiate dalle prime gocce di pioggia. Ricordò Alejandra e la prima volta che aveva visto le sue spalle curve per la tristezza, una tristezza che aveva creduto di capire ma di cui non aveva capito nulla, e si sentì solo come non gli era più capitato da quand’era bambino, totalmente estraneo al mondo che pure continuava ad amare. Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto, che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quella forbice vertiginosa esigeva il sangue di molta gente per la grazia di un semplice fiore.”

https://webopac.csbno.net/opac/detail/view/csbno:MLOL:150029811

Missione n° 37: un libro con un animale selvatico in copertina

Eccomi dunque al libro con degli animali selvatici in copertina. In realtà si tratta di cavalli, il che renderebbe dubbia la scelta. Ma siccome il titolo del libro è "Cavalli selvaggi" (romanzo di Cormac McCarthy, scrittore americano recentemente scomparso, che da tempo volevo leggere), credo che possa comunque andare bene. E con questo arrivo a quota 28.

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