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COMMENTO ALLA MISSIONE 28: IL CANTO DELLA PIANURA di Kent Haruf

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Utente 9158
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COMMENTO ALLA MISSIONE 28: IL CANTO DELLA PIANURA di Kent Haruf

Avevo letto il 1° e il 3° libro della trilogia di Holt. Ora ho letto il tassello centrale.
La quarta di copertina recita “VITE INSIGNIFICANTI MA INDISPENSABILI”.
Penso il sostantivo VITE sia sufficiente, nessuno dei personaggi è insignificante o indispensabile, semplicemente vive .
Guthrie fa l’insegnante di storia, ha due bimbi piccoli e la moglie con disturbi depressivi lo ha lasciato cercando di reincollare i cocci della propria vita; Victoria Roubideaux è una quindicenne che rimasta incinta vuole tenere il bambino, ma cacciata di casa non sa dove andare, i fratelli Mcpheron sono due anziani soli che vivono nel silenzio di gesti, ma anche in una profonda intesa empatica e si occupano di allevamento di mucche e giumente e saranno loro ad accogliere la ragazza, Maggie Jones è una collega e amica di Guthrie e si propone come mediatrice solerte e attenta, cercando di dare a chi ne ha bisogno l’aiuto necessario.
Sono vite e storie che si intrecciano, la cittadina di Holt è piccola e tutti esistono anche in relazione agli altri.
La scrittura è nuda, sostanziale: ambienti, azioni, pensieri vengono tutti descritti con un linguaggio talmente asciutto che per il lettore credo sia difficile un’empatia profonda ed emotiva. Sono quadri, sono foto, sono il tessuto su cui costruire un film, tutto viene declinato.
Un libro malinconico, ma anche molto vero. La VITA è privata do ogni enfasi, è quello che è, è ciò che tutti incontrano. Non è nulla, ma non è scialo, non è spreco….e ciò che conta è il restare umani, sempre , in ogni occasione, in ogni momento.
Il romanzo suona alle orecchie come un CANTO PIANO e un CANTO ALL’UNISONO:non a caso il titolo originale inglese è Plainsong!

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