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Milano : Adelphi, 2012
Abstract: Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo...
29 maggio 2013 alle 14:41
Romanzo, biografia, reportage? Sicuramente non è facile definire quest’opera dello scrittore francese Carrère, come non è facile a mio parere, fare una recensione pulita e asettica. Il personaggio- protagonista, Limonov, è troppo antipatico, perché è indisponente, contradditorio, megalomane e narcisista, così volutamente trasgressivo che non riesci a fartelo diventare simpatico neppure nei momenti più drammatici nei quali riesce a tirare fuori un briciolo, di non dico di umanità, ma di normalità! Può esistere un uomo così? Ma Limonov è un duro! Certamente sa anche affrontare con pienezza e coraggio qualsiasi situazione, anche le più estreme e avverse, non chiude gli occhi di fronte a qualsiasi esperienza, anzi da queste ne ricava insegnamenti per il futuro. Madre Natura l’ha dotato di intelligenza, curiosità, forza, ingegno, ma spesso la volontà di primeggiare, di “non essere secondo a nessuno”, di voler a tutti i costi “essere uno scandalo vivente”vanifica quelle doti, le indirizza verso lidi sterili e non gli permette di raggiungere quella grandezza da titano, cui lui aspira. Forse l’unica grande fortuna di Limonov è quella di aver trovato un grande scrittore, che ha voluto scrivere un libro su di lui e in tal modo gli ha dato quella fama di “eroe nero”, cui lui ha aspirato per tutta la vita. E qui subentra un’altra considerazione. Perché Carrère ha voluto scrivere un libro proprio su Limonov? E’ una domanda che viene posta proprio alla fine del libro da Limonov stesso ma che anche il lettore si pone. Forse Carrère ( e questa non è solo una mia impressione!!!) ha voluto dar vita, attraverso la figura di questo “eroe maledetto” ad un lato oscuro della propria personalità. Limonov ha avuto il coraggio di compiere imprese che anche lo scrittore francese avrebbe voluto compiere, trasgressioni che avrebbe voluto fare? Si spiegherebbero così l’intrecciarsi di vicende, episodi dell’uno nel racconto della vita dell’altro. Ma si spiegherebbe anche l’impressione che ho avuto di una scarsa simpatia dello scrittore francese verso il suo personaggio. Ma questa è solo una MIA impressione! Purtroppo mi sono dilungata troppo (l’argomento è nettamente coinvolgente!) e non era mia intenzione giudicare, volevo solo annotare alcune impressioni che la lettura del libro mi ha suggerito. Comunque due per me sono gli aspetti più importanti e che rendono il libro degno di una particolare lettura. Primo : la prosa di Carrère che è lucida, originale, spigliata, i suoi ritratti sono belli e particolari, coraggioso il mescolare modi di scrittura diversi ora di taglio giornalistico, ora romanzesco. Il secondo e più importante aspetto poi è la chiara e lucida disanima della storia degli ultimi 40 anni della Russia. Nella lettura ci troviamo così immersi nella società e della politica russa che va dal periodo di Brežnev, al dopo Gorbačëv, El’cin, il disfacimento dell’impero sovietico e l’ultima politica di Putin . Vengono toccati tutti i più sanguinosi e famosi avvenimenti della guerra al terrorismo ceceno, agli oppositori al regime di stato e via andare…( Mi sembra di aver capito finalmente a cosa si riferivano alcune affermazioni di amici russi, non proprio negative sul regime pre Gorbačëv!!!!). E’ chiaro poi che accanto ai personaggi storici appaiano anche nomi di scrittori e artisti famosi che hanno reso grande e famosa la cultura russa del secondo novecento: Solženicyn, Brodskij per esempio, naturalmente dal nostro Limonov ampiamente disprezzati!! Ci sarebbe tanto altro da dire e discutere!!. Mi fermo qui. E’ un libro controverso, interessante ma anche utile da leggere.
29 giugno 2018 alle 10:04
Carrère scrive romanzi e biografie romanzate in cui racconta di altri per parlare soprattutto di sè stesso. Questa è la chiave di lettura delle sue opere che ho letto più o meno recentemente:"Io sono vivo, voi siete morti", la bellissima biografia di Philip K.Dick, "Il regno", una ricognizione sui Vangeli e sugli Atti degli Apostoli, con particolare attenzione a San Paolo, e questo "Limonov", vita di uno scrittore e personaggio politico undreground. Perchè queste scelte, a parte quella molto personale de "Il regno"?. Per raccontare le proprie passioni, gli interessi, le scelte di vita, mai convenzionali, come non convenzionali sono i protagonisti delle sue opere.
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