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Milano : F. Angeli, [2007]
Abstract: Secondo il senso comune l'introverso è chiuso, riservato, poco socievole, freddo, mentre l'estroverso è aperto, espansivo, comunicativo, affabile. Così l'introverso, fin da bambino, viene "giudicato" negativamente. Gli adulti cercano di aiutarlo ad aprirsi, a sciogliersi, con strategie più o meno fallimentari. I coetanei lo guardano per lo più con timore e antipatia. Sembrerebbe paradossale, ma, pur avendo un corredo emozionale molto ricco e un'intelligenza vivace, i soggetti che ricevono il "dono" dell'introversione, manifestano difficoltà più o meno rilevanti di adattamento sociale e, con una frequenza inquietante, disturbi di varia natura. Delineando le caratteristiche dell'introversione, così come si esprimono nel corso delle fasi evolutive e analizzandone i valori e i limiti, l'autore giunge alla conclusione che il disagio degli introversi è dovuto meno alla loro vulnerabilità costituzionale che all'impatto con un mondo sociale che non offre loro adeguate opportunità di sviluppo e li induce a percepire la propria diversità in termini negativi. Il libro si rivolge ai genitori e agli insegnanti al fine di aiutarli a capire ciò che accade nella soggettività dei bambini e dei ragazzi introversi. Agli introversi adulti esso offre strumenti per valutare in termini più realistici la loro condizione al fine di coltivare i valori e di accettare i limiti a essa intrinseci.
14 gennaio 2009 alle 16:55
Geniale! Un punto di vista mai considerato dove un difetto può diventare una risorsa. dove una peculiarità caratteriale ha il diritto di individuazione e non di normalizzazione. Da consigliare a tutti gli appassionati educatori sociologi e psicologi. Buona lettura!
16 gennaio 2009 alle 10:27
adesso ho capito tante cose! e pensare che...... che genio! Grazie Anepeta! Grazie a te e al tuo sito: http://www.legaintroversi.it/
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