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Milano : Adelphi, c2006
Abstract: Negli anni Cinquanta, i cieli delle città americane (e anche gli schermi dei relativi cinema) pullulavano di oggetti volanti non identificati. L'oggetto che il primo giorno di scuola attraversa il cielo della classe, sotto gli occhi attoniti del professor Frank McCourt, è invece identificabilissimo: un panino che l'immancabile mamma italiana ha farcito, a beneficio del suo pupo, con peperoni, cipolla, formaggio fuso e mortadella. Se la prima inquadratura del libro risulta quantomeno inattesa, l'epilogo della sequenza, con il professore che raccoglie il panino e lo mangia lentamente davanti alla scolaresca annichilita, è destinato a restare. E a farci vivere il clima delle trentamila ore di lezione (cifra dell'autore) che McCourt terrà, nei tre decenni successivi, in varie scuole - tecniche e non - sparse tra Brooklyn, Manhattan e Staten Island.
31 ottobre 2008 alle 10:20
Il libro è interessante e di piacevole lettura. Mi è capitato a casa per caso e l'ho letto in pochissimo tempo.
Con ironia e leggerezza, ma senza superficialità, l'autore descrive come ha affrontato classi e classi più o meno disastrate di studenti statunitensi, dalle prime esasperanti esperienze a quelle più mature e consapevoli (finalmente ha imparato a tenere una classe!). Si parla della sua vita da emigrato irlandese, di metodi didattici, di problemi sociali con realismo e ottimismo.
Un tema attuale in un periodo di classi separate!
30 luglio 2023 alle 22:07
McCourt ha una scrittura godibilissima. Gran bel libro. Vediamo l'evoluzione di Frank, dall'infanzia pazzesca irlandese, ora apparentemente "arrivato" ad un livello di scala sociale che da piccolo nemmeno si immaginava; ma per lui non è sufficiente. A cosa serve studiare e lavorare? Perchè imparare bene la lingua inglese (ora lui è insegnante di inglese e poi di scrittura creativa)? Alla fine del libro un'alunna glielo chiede e la risposta è "trova quello che ti piace e fallo!" P.S. questo terzo libro è il libro della maturità, meno impattante de "Le ceneri di Angela", non così sconvolgente (per fortuna!)
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