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Milano : Feltrinelli, 2010
Abstract: In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
7 marzo 2012 alle 22:11
Spietato!!
Geniale, profondo e incredibilmente vero. Scioccante, perché analizza tutti i punti deboli dell’umanità, come la regressione dell’uomo a bestia, che cerca di soddisfare i bisogni primari usando cattiveria e indifferenza. Alcune pagine sprigionano una tale forza emotiva che ti costringono davvero a riflettere su quanta brutalità c’è nel vivere umano. Alcuni passaggi sono macabri, altri sprigionano dolcezza, come quando Saramago descrive le donne che si lavano sotto la pioggia, e nonostante siano state violate nel corpo, mantengono inalterata la loro dignità. E che dire poi del cane che lecca le lacrime … bellissimo!!
8 febbraio 2014 alle 17:16
Questo libro ti fa pensare, ti fa "vedere" la vita quotidiana, ti esplora l'anima, attraverso le vicende di queste persone ridotte quasi a vivere come delle bestie dopo che si sono ritrovati ciechi, isolati, lasciati allo sbando in una città allo sbando senza più nessuna autorità. Emerge l' istinto primordiale dell'uomo, cosa si è disposti a fare per la sopravvivenza, per la ricerca del cibo. Lo scrittore cita “ Il buio ci rende tutti uguali” e mai queste parole in quel contesto ti fanno riflettere. Il racconto è avvincente anche se l'autore spesso si dilunga e si ripete un po' troppo nella descrizione, sei comunque coinvolto, ti affezioni ai personaggi e vuoi vedere come va a finire!
2 gennaio 2022 alle 15:45
Spietato e angosciante!
Concordo con le riflessione degli utenti 406 e 303, ma onestamente non lo rileggerei, lettura impegnativa e faticosa perchè rivela le attitudini peggiori dell'umanità, con qualche rara eccezione...
Se proprio desiderate intraprendere questo cammino, il mio consiglio è di attendere periodi post-Covid.
Rossella
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