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Milano : et al., 2011
Abstract: La prima vera bugia è un romanzo bellissimo che attraversa una storia tremenda con passo leggero e profondo. A raccontarcela è Luca, un bambino che si trova ad affrontare da solo un evento molto, troppo più grande di lui. Vorrei poterla riassumere qui per far intuire i brividi che mi ha procurato, ma meglio non svelare i colpi di scena. Allora mi limito a mettere in rilievo uno soltanto dei tanti aspetti di questo libro: il modo di esprimersi di Luca, la sua voce saggia e disarmata, divertente e colma di angoscia. Oltre alla trama sconvolgente, è anche il tono di Luca a rendere indimenticabile l’umanità antiretorica di questo libro prezioso. Esposto a un subbuglio di loquele, fraseologie, termini specialistici, questo tipico figlio della nostra epoca li ha assorbiti tutti. Facendo per così dire il suo ingresso nel linguaggio, la parlantina di Luca collauda con stupore i giochi di parole, le freddure, le filastrocche, le bestemmie: tutte le energie e le fragilità del linguaggio adulto vengono messe alla prova da questo esordiente della lingua italiana, che sbatte addosso alla vita col più devastante dei traumi. L’ambiguità delle parole riflette quella dei sentimenti e dei comportamenti umani. E il piccolo Luca dovrà fare i conti proprio con la doppiezza, la dissimulazione, scommettendo tutta la sua salvezza in un’atroce e commovente messa in scena. Tiziano Scarpa
25 febbraio 2012 alle 23:44
Mi è venuta voglia di ascoltare... Mi è venuta davvero voglia di ascoltare i miei figli! Ci penso, e mi rendo conto di quanta saggezza c'è in quello che dicono, dello sforzo che fanno costantemente per capire gli adulti, perchè si, a volte noi "grandi" siamo davvero strani! Siamo davvero in grado di insegnare qualcosa ai nostri piccoli...?? non so! mi sorgono tanti dubbi...
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