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Milano : Feltrinelli, 2010
Abstract: Paolo Rumiz scommette sulla forza delle grandi storie e si affida al ritmo del verso, della ballata. Ne esce un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco. Racconta di Max e Masa, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell'inverno del '97. Un amico gli presenta la misteriosa Masa Dizdarevic, "occhio tartaro e femori lunghi", austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa. Un'attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d'amore che Masa gli ha cantato. Masa ora è malata, ma l'amore finalmente si accende. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un'avventura che porta Max nei luoghi magici di Masa, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione.
12 febbraio 2011 alle 15:40
E' la prima volta che propongo una recensione ma questo libro è talmente bello ed evocativo di profonde emozioni che non ho saputo resistere. Con fatica l'ho appena restituito al prestito perché una volta terminato volevo rileggerlo di nuovo (e difatti ne ho riletto diversi brani qua e là).
L'incipt è provocatorio: "Ma voi che ne sapete dell'amore" ma al termine della lettura sicuramente ne sappiamo qualcosa in più e non solo dell'amore perché sarebbe riduttivo giudicare questo libro solo come un potente romanzo d'amore.
Non fatevi scoraggiare dalla scrittura sotto forma di ballata. Dopo le prime righe lo si legge "cantando", dondolandosi al ritmo dolce delle parole che trasformano il romanzo in una lunga, dolce e melanconica poesia.
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