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Torino : Einaudi, c2006
Abstract: Perché ci chiamiamo La Smorfia? È un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco... In realtà, non riuscivamo a trovare un lavoro, come succede a tanti ragazzi di Napoli. Una comicità intramontabile. La condizione umana raccontata cosi com'è. Ieri e oggi. Il libro raccoglie i mini atti unici originali della Smorfia, trascritti in versione integrale. Con le testimonianze di Renzo Arbore, Ascanio Celestini, Vincenzo Cerami, Dario Fo, Mario Martone, Michele Serra e Domenico Starnone. Con Una Smorfia lunga trent'anni di Gianfranco Capitta. Il Dvd raccoglie tutto il repertorio in video della Smorfia, in una edizione restaurata. Con in più un'autentica rarità: lo spettacolo Effetto Smorfia, registrato dal vivo al teatro Giulio Cesare di Roma nel 1979.
28 gennaio 2011 alle 23:20
Il solo DVD meriterebbe cinque stelline piene, almeno se questa fosse stata la versione più completa attualmente in circolazione. Scopro invece con rammarico che tra gli extra non è previsto il documentario "C'era una Smorfia". Peccato.Il libro mi è piaciuto poco, l'ho trovato un po' inutile, quasi un sostituto del succitato documentario, da qui il mio giudizio finale di tre stelline. Bella l'idea di riportare in cartaceo i "mini atti unici", quasi a volergli conferire, trent'anni dopo, quella valenza letteraria, probabilmente insita nelle loro origini, che l'appartenenza (erronea) al genere del "cabaret" gli ha in qualche modo negato agli occhi dei contemporanei.
L'avventura de La Smorfia è stata davvero breve ma intensa. Il successo è praticamente immediato, perché sono bravi e divertenti, così giovani e così creativi, sanno suonare, cantare, ballare, accompagnati da vestiti e fondali semplici ma assai efficaci, con una mimica unica e una gestualità tipicamente napoletana, spesso portata all'eccesso, che troverà il suo campione assoluto in Massimo Troisi. I "mini atti unici" sono intrisi di ironia, corredati da scenette surreali e, perché no, post-moderne. Personalmente ho sempre ritenuto la definizione di "cabaret" molto riduttiva nel loro caso. O forse per quel tempo andava anche bene, salvo poi degenerare e finire con l'essere affibbiata a cani e porci.Mi sento comunque di consigliare questo cofanetto a coloro i quali, conoscendoli poco o per nulla, vogliano accostarsi a questo meraviglioso trio, a mio avviso il migliore in circolazione insieme con il vero "Trio" composto da Tullio Solenghi, Anna Marchesini e Massimo Lopez.
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