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Torino : Einaudi, 2010
Abstract: «Ma non si stancano mai questi giapponesi, mi viene a volte da pensare, di controllare sempre ogni gesto e fare tante cerimonie ? Di non dire mai una parola di troppo, non mangiare per la strada, mettere la mascherina quando sono raffreddati, sorridere di continuo, inchinarsi in ogni momento?» Sedici anni di vita in Giappone. La storia d'amore tra una donna occidentale e un paese inconoscibile e affascinante, cosi radicalmente straniero. E il racconto di uno smarrimento e di una seduzione. Per quadri, ritratti, storie intime, Antonietta Pastore ci porta con sé nel suo lungo viaggio di avvicinamento, rendendoci partecipi della bellezza e del mistero. Per arrossire con lei nello scoprire, dopo molti anni e molti raffreddori, che soffiarsi il naso in pubblico è maleducazione. Per accorgersi che «dietro i volti serafici dei giapponesi, levigati come maschere del teatro nò, si affollano le stesse emozioni che agitano l'animo umano sotto ogni cielo».
29 maggio 2010 alle 20:49
Italia-Giappone, ovvero i due Paesi in cui bellezza, cucina ed eleganza hanno raggiunto l'apice, ma espressione di popoli che vivono davvero agli antipodi (e non solo geograficamente...). Un'italiana vissuta a lungo in Giappone ci accompagna alla scoperta di un mondo dominato dalle contraddizioni e forse, proprio per questo, estremamente affascinante. Finita la lettura dell'ultima pagina, penso che il match Italia-Giappone finirebbe in pareggio. Ma resta l'ammirazione per un popolo che ancora oggi sa vestire un kimono e inchinarsi a chiedere scusa quando è il caso di farlo (e generalmente molto più spesso e per vicende di poco conto rispetto a noi latini che abbiamo rimosso dal nostro sentire comune la vergogna...)
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