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Torino : Einaudi, 2016
Abstract: Althénopis, ovvero "Occhio di vecchia", così era chiamata Napoli dai tedeschi in tempo di guerra. Intorno a questo nome e questa città si svolge il romanzo della Ramondino, affollato di ragazzi e di donne, di vicissitudini familiari, incentrato soprattutto sulla storia del rapporto tra madre e figlia. Una città sfasciata, l'incubo della guerra e molti destini appesi a eventi incontrollabili: ognuno cerca di salvarsi e nello stesso tempo di salvare anche gli altri, come se solo tante piccole esistenze potessero cambiare un mondo condannato alla crudeltà e alla violenza.
11 febbraio 2020 alle 11:56
Di questa autrice, quasi del tutto sconosciuta, sono reperibili pochissime opere, per essere le altre andate fuori catalogo. Ne ho sentito parlare come di una grande scrittrice, recentemente, in una trasmissione mattutina di Radio 3, e, essendomi incuriosito, ho ricercato le sue opere nel catalogo del Consorzio, iniziando col leggere “In viaggio”, e ne ho apprezzato la delicatezza di scrittura dei brevi racconti autobiografici, ricchi di riflessioni, piccole epifanie di luoghi e personaggi amati. Poi ho atteso di poter disporre di “Althénopis”, che era in prestito e finalmente ho potuto leggere questo piccolo capolavoro, che colloca la Ramondino, nonostante l’eterogeneità delle ambientazioni, tra i grandi scrittori napoletani degli ultimi decenni, Raffaele La Capria, Anna Maria Ortese, Domenico Starnone, e, perché no, Elena Ferrante. Misconosciuta, la Ramondino, ma di grande statura letteraria, sia per l’ispirazione che per le tematiche, ma soprattutto per uno stile sofisticato, non convenzionale, fecondato, probabilmente, dall’osmosi con altre culture e letterature. Insomma scrittrice assolutamente da leggere, di cui è auspicabile un rilancio editoriale.
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