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Il mondo della foresta
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Le Guin, Ursula K.

Il mondo della foresta ; La nuova Atlantide

MILANO : NORD, 1999

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Il volume raccoglie due racconti lunghi. Recensione breve: da leggere! Sorprendentemente attuali e piacevoli, anche a quasi cinquant'anni dalla pubblicazione.
Recensione lunga: "Il mondo della foresta", pubblicato nel 1972 all'interno dell'antologia di H. Ellison Again, dangerous visions, racconta lo scontro culturale e tecnologico tra i coloni terrestri e i "creechie", umanoidi (lontanamente imparentati coi terrestri) nativi del pianeta Athshe. I terrestri stanno disboscando alacremente il pianeta per esportare il pregiato legname, e hanno ridotto in schiavitù i nativi. Questi ultimi, piccole scimmiette dal pelo verdastro, hanno una civiltà basata sul "tempo del sogno" in opposizione al "tempo del mondo", e vivono in assoluta armonia con se stessi e con la foresta; non conoscono i concetti di guerra o schiavitù. Un singolo episodio di violenza metterà in moto una catena di eventi dalle conseguenze devastanti per entrambe le culture. LeGuin intreccia in modo magistrale una quantità di temi differenti, tra i quali i delicati equilibri ecologici; colonialismo e militarismo; sogno e subconscio; e le difficoltà di comunicazione tra civiltà. La prosa rispecchia fedelmente il punto di vista dei singoli personaggi ("la luce, al di sotto dell'albero, era morbida, complicata di infinite ombre"). Purtroppo i personaggi stessi sono poco più che stereotipi (il "buon selvaggio"; il militare rozzo e disposto a tutto; lo scienziato benevolo ma ininfluente). Il racconto ha vinto il premio Hugo (1973), è stato candidato per i premi Nebula e Locus, e riecheggia in svariate opere cinematografiche recenti - dalla "luna boscosa di Endor" ("Il ritorno dello Jedi"; per inciso, uno degli insediamenti dei nativi si chiama Endtor...), a "Ferngully", fino al più recente "Avatar" (che LeGuin detestava).
"La nuova Atlantide", pubblicato nel 1975, è incentrato sul tentativo di riportare alla superficie il continente sprofondato di Atlantide, in un futuro distopico in cui maremoti e terremoti sono all'ordine del giorno, il livello dei mari si sta innalzando per via dello scioglimento della calotta polare, la disponibilità di cibo ed elettricità è limitata, la monogamia è reato (e l'adulterio è obbligatorio), gli scienziati pubblicano clandestinamente e, se arrestati, vengono sottoposti a "rieducazione" forzata, e il governo installa microspie in casa di privati cittadini per individuare comportamenti "devianti". Il punto di vista di una violista terrestre, che convive illegalmente con il marito, un fisico teorico, si intreccia con la voce dei cittadini di Atlantide (in corsivo nel testo). Finale tristemente poetico. Candidato ai premi Hugo e Nebula e vincitore del premio Locus (1976).

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