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Milano : Bompiani, 2013
Abstract: Reduce dalla guerra alla nativa Monterey di California, Doc, un giovane biologo, vi ritrova immutati sole, mare e tradizioni, e con essi la vecchia compagnia di Cannery Row, il quartiere dell'allegra cittadina dove ha la sua casa. Qualcosa però è cambiato in lui: da uomo pacifico, soddisfatto della vita, Doc si scopre inquieto, scontento, intollerante del proprio mondo; cerca disperatamente una via d'uscita, illudendosi di trovarla nella ricerca scientifica. Sarà invece Suzy, una ragazza facile e priva di cultura, ma sincera e decisa che, comparendo in scena quasi per burla in "un fantastico giovedì", indicherà a Doc la strada da scegliere e gli darà, col suo amore, la forza di percorrerla fino in fondo. Attorno ai due protagonisti ruota tutto il piccolo mondo provinciale del quartiere: il messicano, la ruffiana, lo sconcertante Hazel, quell'umanità "minore", tanto cara a Steinbeck, che qui vive un felice eterno giovedì della vita.
29 aprile 2019 alle 14:38
Le aspettative nei confronti di Steinbeck aumentano ogniqualvolta una sua nuova opera entra a far parte della propria personale biblioteca. E' per questo, dunque, che "Quel fantastico giovedì" paga il confronto con le precedenti letture di "Pian della Tortilla", "Furore" e "Uomini e topi", capolavori dell'autore, per la sua capacità di aver creato dei piccoli mondi di emarginati e di aver sondato l'intimo umano delle persone che lo popolano, con uno stile scorrevole e originale.
"Quel fantastico giovedì" costituisce un seguito non del tutto necessario delle vicende di Doc e dei personaggi che animano la vita di Vicolo Cannery. Allo stesso tempo, però, è la miglior porta di ingresso per introdursi nella splendida narrativa dell'autore, per chi ancora non lo conoscesse. [6.5]
24 gennaio 2023 alle 09:07
Una combriccola davvero divertente
Ogni abitante di Cannery Row è un personaggio, particolare e a suo modo ammirevole. Ognuno indimenticabile. La trama e la storia d'amore invece non mi hanno colpito molto, alla lunga noiose.
Rispetto al ben più famoso Furore, in questo romanzo l'ambientazione è molto più statica e l'umore è meno tragico, più sereno e divertente. Manca poi un respiro epico che mi ha fatto adorare il suo capolavoro.
Nonostante ciò, leggerò anche gli altri due della "trilogia" (prima o poi), perché voglio ritrovare i personaggi che tanto mi hanno commosso.
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