Hugo Marston è un ex agente dell’FBI, attualmente capo della sicurezza all’ambasciata americana di Parigi che, alla vigilia delle tanto meritate ferie, si ritrova ad acquistare un raro libro al banco del suo amico Max, un anziano bouquiniste. Assistere direttamente al suo rapimento lo sconvolge e lo spinge a trascorrere le sue vacanze con l’unico intento di rintracciarlo al più presto, sano e salvo. Peccato che si ritroverà ad affrontare una faccenda molto più complicata ed estesa di quanto abbia mai potuto immaginare, e sarà proprio il libro a condurlo, inaspettatamente, sulla strada giusta.
“IL LIBRAIO DI PARIGI” è un ibrido tra un thriller e un giallo, con un ritmo narrativo non particolarmente adrenalinico ma con numerose scene d’azione ed un intrigante percorso di indagine che, fino alla fine, non preannuncia nulla, mettendo in atto, anzi, vari depistaggi. Ne ho apprezzato sia la vicenda, sia il fatto che Mark Pryor abbia dato spazio ad evocative descrizioni di diversi scorci della capitale francese, corredati da interessanti informazioni storiche e turistiche. Per me è stato come tornare indietro nel tempo di qualche mese quando, proprio lo scorso luglio, con figli e marito ho trascorso due splendide settimane nella Ville Lumière.