Uomini che odiano le donne / Stieg Larsson ; traduzione di Carmen Giorgetti Cima
Mikael Blomkvist è un giornalista investigativo specializzato in economia e impresa, condannato per diffamazione contro un potente industriale svedese, Wennerström. L’ex-datore di lavoro di Wennerström, Henrik Vagner, patriarca della famiglia Vagner e capo dell’omonimo impero industriale, offre a Blomkvist l’opportunità di riscattarsi e ripulirsi la reputazione con informazioni riservate che faranno capire al pubblico che razza di canaglia sia in realtà Wennerström, a una condizione: Blomkvist ha un anno per fare luce sulla misteriosa scomparsa di Harriet, la nipote quattordicenne di Henrik, avvenuta quasi quarant’anni prima. Mikael accetta e comincia a indagare, assistito dalla giovane e anticonformista hacker Lisbeth Salander.
C’è un ottimo poliziesco sepolto in mezzo alle quasi 700 pagine di Uomini che odiano le donne, un romanzo con un cast intrigante e che, quando l’indagine decolla, avvince il lettore fino alla risoluzione. La “zavorra” è costituita anzitutto dal dossier Wennerström, che fornisce a Blomkvist il pretesto per allontanarsi dal giornale Millennium: una “cornice” che occupa le prime 150 pagine e si trascina faticosamente per le ultime 100, quando il ben più interessante caso Harriet Vanger è ormai stato chiuso. A mio parere si poteva anche fare a meno delle prodezze sessuali del protagonista, chiaramente proiezione dell’autore, al quale a quanto pare nessuna donna può resistere; o ancora della rappresentazione esplicita degli abusi subiti da Lisbeth Salander a opera del tutore legale. Consigliato con riserva. 3/5